Il post di oggi mi era venuto in mente mentre scrivevo quello sulle stilografiche, mi sono detto tra me e me di quanto fosse interessante scriverne uno sulla macchina da scrivere. Visto poi che era davvero da tanto tempo che non la usavo, ho deciso di tirare fuori la mia vecchia Royal, ho preso un foglio di carta bianco, l'ho messo nel rullo ed eccomi a battere a macchina i miei pensieri. Avevo dimenticato di questa bellissima sensazione, il sentire il forte rumore dei tasti e degli archetti che vanno a battere sul foglio e veder apparire davanti agli occhi i propri pensieri. Una musica bellissima.
E a proposito di musica, ad accompagnare questa sessione di scrittura ho scelto il mio primo disco in assoluto di musica Jazz, Waltz for Debby di Bill Evans. C'è tutto un comun denominatore tra la macchina da scrivere che sto usando, la musica e la scrittura, il filo conduttore è il Giappone. Ora provo a spiegare questa mia connessione. La mia macchina da scrivere è una Litton Royal giapponese, avevo fatto una ricerca su questo modello e le uniche informazioni che sono riuscito a reperire furono gli anni in cui fu fabbricata, intorno agli anni sessanta. Riguardo la musica poi mi devo collegare ad Haruki Murakami. Murakami è un grande appassionato di musica Jazz e tra i libri che ha scritto e tra le mie prime letture di questo grandioso scrittore c'è Ritratti in Jazz, in cui raccontava i suoi personali aneddoti riguardo diversi musicisti Jazz famosi in tutto il mondo. Il primo che mi colpì in modo particolare fu proprio Bill Evans e Murakami consigliava l'ascolto di questo disco, Waltz for Debby. Così lo acquistai ad occhi chiusi e fu così che iniziai la mia passione per la musica jazz, con questo disco. Strepitoso sotto tutti i punti di vista. Doveva essere questo il sottofondo musicale perfetto per questo post.
Avevo dimenticato dell'incredibile piacere che si prova nello scrivere con una vecchia macchina da scrivere. Quello che mi colpisce di più è il suo inconfondibile odore, un profumo di tempi passati, lontani, di quando le cose erano più genuine. Il primo lato del disco sta per finire, il tempo sembra volare quando si fa qualcosa di davvero piacevole. Ne sto godendo di ogni istante, mi sento inebriato dal piacere di essere tornato a usare un qualcosa di così bello, che sento particolarmente mio e con il quale provo una certa sintonia. In passato ho scritto parecchio con questa vecchia macchina da scrivere, la possiedo da diversi anni ormai. Ricordo che la trovai ad un mercatino dell'usato, era un po' sporca e malconcia, mancavano alcuni tasti e il nastro dell'inchiostro era ormai secco, tritato e inutilizzabile. Avevo però notato che ancora funzionava abbastanza bene e per il prezzo a cui la vendevano mi sembrava un buon affare, Così la presi. Nei giorni seguenti la tirai a lucido, feci una pulizia a fondo di tutta la macchina e la lubrificai per bene. Ordinai su amazon dei nuovi nastri d'inchiostro e smontandola ritrovai anche i tasti che mancavano. Praticamente la rimisi a nuovo. Scaricai da internet anche un manuale per capire come effettuare determinate regolazioni e una volta pronta per scrivere immaginate la gioia di poterla finalmente usare. Ricordo che da bambino, a casa di mia nonna, c'era una macchina da scrivere molto simile, una Olivetti se la memoria non mi inganna e ho ancora dei ricordi di quando ci scrivevo per gioco. Quindi i miei primi pensieri nel tornare a usare questa macchina da scrivere, furono proprio quelli legati alla mia infanzia. Amo questo tipo di oggetti vintage, mi affascina la loro meccanica. Oggetti del genere erano concepiti per durare in eterno e in effetti, questa macchina da scrivere, salvo alcuni piccoli punti in cui la vernice è venuta via, sembra ancora nuova e funziona perfettamente. Sembra appena uscita dalla sua fabbrica giapponese.
Mi ha fatto un enorme piacere tornare a scrivere su questa macchina, continua ad emozionarmi come quando l'ho vista per la prima volta su quello scaffale del mercatino dell'usato. Non potevo lasciarla li, penso che sia stata destinata a me questa macchina da scrivere e continuerò di sicuro ad usarla, con lo stesso piacere, per tutto il resto della mia vita. Magari un domani anche i miei figli proveranno lo stesso piacere che provo io nel trasformare i pensieri in parole attraverso oggetti del genere.
Nessun commento:
Posta un commento