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La pista di Sabbia

So che mi ero ripromesso di leggere In nome della Rosa di Umberto Eco di non portare avanti nessun'altra lettura finché non avrei finito l'ultima pagina di questo capolavoro, ma sono in vacanza e avevo voglia di una lettura più leggera. Soprattutto in vacanza adoro leggere il genere giallo, d'estate leggo molto Agatha Cristie e Camilleri. Per cui in Sardegna mi sono portato un paio di libri di Montalbano tra cui questo: La pista di sabbia. 

Questo libro in particolare ricordo che lo avevo comprato in vacanza esattamente un anno fa, mi piace tenere gli scontrini dei miei acquisti e usarli come segna pagine, ma soprattutto mi sbloccano dei bei ricordi. Questo mi ha ricordato infatti le vacanze dell'anno scorso, della bella passeggiata che avevo fatto in famiglia per il centro storico di Salerno e la libreria Feltrinelli dove l'ho comprato. I suoni, gli odori e i sapori di quei posti, e ogni volta che aprirò questo libro, mi torneranno in mente quei bei ricordi. 

Leggere Camilleri è sempre un piacere, è un narratore eccezionale e riesce a incollarti alla storia pagina dopo pagina. Il suo modo unico di scrivere è fenomenale, scrive in dialetto che non è proprio siciliano, inventa parole che, nel modo in cui costruisce una frase, riesce a far capire il loro significato. Questo metodo fa sì che la scrittura sia più coinvolgente e immersiva nei luoghi in cui è ambientata la storia, così come i dialoghi tra i personaggi. Riesce poi a farti sentire i sapori della Sicilia, molto spesso infatti scrive dei piatti tipici e delle belle mangiate che si fa il commissario. In quelle parti fa venire oltre all'acquolina in bocca, una fame disumana. A Montalbano piace mangiare bene ma soprattutto piace godersi il buon cibo senza essere disturbato. Il mangiare per lui è un momento sacro. Quando si mangia non si parla, si mangia e basta. Ciò che mi piace di più del personaggio di Montalbano poi è il suo essere così tanto "umano", con i suoi pregi ma soprattutto con i suoi difetti e debolezze. Siamo fatti di carne e in fondo siamo tutti uguali. 

La storia di questo libro a Camilleri è venuta in mente leggendo dei fatti di cronaca, il cadavere di un cavallo rinvenuto su una spiaggia catanese e il furto di alcuni cavalli da una scuderia. Da qui il seme dell'idea per sviluppare questo romanzo. Un genio, un vero maestro di scrittura. L'ispirazione è così, da uno spunto letto da un piccolo articoletto di giornale ecco che un grande narratore riesce a costruirci una bellissima storia che ti tiene incollato alle pagine dall'inizio alla fine. 



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