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Il paradiso degli Orchi - Daniel Pennac



Inizio a scrivere questa recensione seduto al chiosco del centro sportivo dove mio figlio piccolo sta facendo gli allenamenti di calcio. Ho appena mangiato una buonissima pizzetta calda e sto sorseggiando una coca cola zero. Ho dimenticato di portare le cuffie con me, avrei potuto isolarmi meglio e ascoltare un po’ di buona musica. Qui è pieno di papà per lo più intenti a prendere caffè e a parlare di argomenti da maschi alpha. Personalmente non è che mi senta superiore a nessuno, ma proprio non riesco ad appassionarmi a questi discorsi. Piuttosto preferisco isolarmi per scrivere o per leggere qualcosa. Ho qui con me, e dopo mi metto a leggerlo, il libro di Daniel Pennac che ho cominciato in questi ultimi giorni: Il paradiso degli orchi, mi sta piacendo davvero tanto. Oggi se riesco lo finisco. Lo sto trovando geniale, grandissima intuizione quella di Pennac nel creare un personaggio che di mestiere fa il capro espiatorio. Pensare che questo sia stato un libro scritto nel 1985 mi fa rendere conto di quanto questo scrittore fosse avanti, avanti di quasi quarant’anni, anche perché a me sembra dannatamente attuale questo romanzo. Ancor prima di finirlo, ho già una voglia matta di prendere il seguito. Infatti questo è il primo romanzo di una saga, la saga dei Malaussène. Da poco dovrebbe essere uscito l’ultimo libro, non sono sicuro ma credo sia tipo il decimo. (L'ottavo, ho controllato).

L’avevo rimandato per troppo tempo questo scrittore, è quindi giunto il momento di leggerlo e scoprirlo. A casa ho diversi libri di Pennac, ma di questa saga, avevo preso solo il primo, Il paradiso degli orchi. Mi sta piacendo davvero tanto, mi perdo tra le sue pagine. Pennac riesce ad essere molto immersivo nella sua scrittura, molto ironica e satirica. Mi divertono veramente tanto queste pagine, poi il fatto che il romanzo sia suddiviso in capitoli brevi, personalmente lo apprezzo molto, trovo che questo tipo di narrazione, composta da capitoli di qualche pagina, diano un ritmo più veloce alla lettura e incolla alle pagine. Mi sento tremendamente stimolato ad andare avanti nella lettura.

Adesso che finalmente l'ho finito, il mio giudizio non è affatto cambiato, anzi è andato bel oltre le mie aspettative, mi ero fatto un'idea del finale e invece la storia si è risolta in tutt'altro modo, molto originale. Quello che ho davvero apprezzato di più è stato il modo in cui Pennac sia riuscito ad affrontare con molta leggerezza un tema tanto crudo. E per leggerezza però non intendo superficialità, nient'affatto. Con il suo stile ironico e grottesco la realtà diventa parodia di se stessa. Bellissimi poi i personaggi, impossibile non affezionarsi alla strampalata famiglia Malaussène e non vedo l'ora di continuare a leggere le loro peripezie nel prossimo capitolo: La fata carabina.

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