Christian Writer
Passione scrittura, lettura, fotografia, cinema e creatività...
martedì 4 marzo 2025
Asimov Story - La storia e le storie "introvabili" di Isaac Asimov
domenica 19 gennaio 2025
Casio W800H
domenica 29 dicembre 2024
Gravity Timer
domenica 1 dicembre 2024
Olivetti Lettera 22
Evasione estiva
Seguimi anche sul mio canale Youtube: https://www.youtube.com/@chriswriter84
5 Motivi per cui fare Journling
Prima di tutto bisogna fare una premessa, io scrivo da quando ho memoria, solo in questi ultimi anni si è voluto dare il nome journaling a una pratica che facevo ben prima di quando è esplosa questa moda. Ho sempre tenuto un diario fin da quando ero piccolo. Non ho mai smesso di scrivere e di seguito vorrei provare ad elencare i motivi per cui, secondo me, fare questa pratica non può che migliorarci la vita.
Motivo 1: La libertà. Scrivere regala un senso di libertà assoluto. Trovo che nella vita non ci sia forma più grande di libertà che la scrittura. Quando ci mettiamo a scrivere davanti a una pagina bianca, possiamo esplorare infinite possibilità, sia dentro che fuori di noi. Possiamo essere introspettivi, cercare di capire meglio noi stessi attraverso la scrittura dei propri pensieri. Oppure possiamo inventare storie, possiamo creare infiniti mondi e infiniti personaggi. Evadere dalla realtà quotidiana per capire meglio la realtà che ci circonda.
Motivo 2: Fare journaling aiuta a conoscere meglio se stessi. Riallacciandomi al primo motivo, mettere nero su bianco i propri pensieri ci aiuta a focalizzarci su di noi, sul nostro io. Più tiriamo fuori pensieri intimi e personali, meglio conosciamo il nostro vero io. Ovviamente quello che scriviamo decidiamo noi a chi farlo leggere. Un taccuino personale è personale. Intimo. Nessuno deve metterci mano ne tantomeno giudicare i nostri pensieri. Quindi levatevi dalla testa di non scrivere perché avete paura di essere giudicati. Quello che scrivere, se volete, rimane solo vostro. Siete solo voi giudice e giuria.
Motivo 3: Fare journaling ci aiuta a focalizzare i problemi quotidiani che inevitabilmente la vita ci presenta giorno dopo giorno. Non posso affermare che facendo journaling troverete la risposta a ogni vostro problema, ma quello di cui sono certo è che aiuta moltissimo ad approcciarci nel migliore dei modi ai problemi che si presentano. Mi sono spesso accorto che quando pratico journaling, soprattutto di prima mattina appena sveglio, mi aiuta tantissimo ad affrontare la giornata, ad essere più stimolato e ad avere un'attitudine migliore ad approcciarmi alle rogne che quotidianamente e inevitabilmente mi si presentano.
Motivo 4: È un ottimo modo per fissare i propri obbiettivi. Attraverso la scrittura e la focalizzazione dei problemi si riesce a trovare sicuramente un modo per raggiungere i nostri obbiettivi o quantomeno si riesce a indirizzarci sulla strada per il loro raggiungimento.
Motivo 5: Avere sempre con se un taccuino per fare journaling, significa avere sempre con se un posto in cui potersi rintanare ed evadere dalla quotidianità moderna che troppe volte ci aliena con la sua tossicità. Mettersi a scrivere e isolarsi dal resto del mondo per ritrovare se stessi è l'antidoto perfetto alla frenesia quotidiana. Un posto perfetto in cui restare in compagnia di se stessi. Aggiungete poi, il piacere di isolarsi magari con delle cuffie e della buona musica dal resto del mondo, il piacere di tenere tra le mani una stilografica e di tutto il rituale che c'è dietro. Lo staccarsi da questo mondo digitale per ritrovare se stessi in un qualcosa di analogico. Il piacere della scrittura a mano libera, quella sensazione di intimità che solo una stilografica riesce a regalare. La bellezza di ascoltare un buon disco e scrivere lasciandosi trasportare dalla musica e dai propri pensieri. Il vedere prendere forma ai propri pensieri attraverso la parola scritta.
Motivo extra: La scrittura, il tenere un diario personale per tenere traccia della propria vita, aiuta sicuramente a sviluppare sempre nuovi processi creativi . Si finisce che più si scrive e più nascono idee.
domenica 15 settembre 2024
Sunset Park - Paul Auster
Dopo aver finito la lettura della Trilogia di New York, avevo ancora sete di Paul Auster, e dato che avevo comprato anche questo Sunset Park, incuriosito dalla trama, l'ho subito cominciato per dissetarmi.
La scrittura e lo stile di Paul Auster mi fanno impazzire. Arrivano direttamente al cuore. In uno dei capitoli dedicati al padre del protagonista , descrive la scena di un funerale. Quelle pagine mi hanno talmente colpito per la loro vividezza che non mi sono reso conto che delle lacrime erano scese sul mio viso. Ero là, a soffrire in quella chiesa insieme ai personaggi di questo romanzo. Auster ha la capacità di rendere la finzione narrativa più reale della vita stessa, e lo fa attraverso l'uso sapiente delle parole. Uno strumento che riesce a maneggiare con una lucidità incredibile. Mi sono imbattuto infatti in una descrizione di una persona vuota che mi ha davvero colpito. Auster la definisce: STRUTTURA DI CARNE. Due sole parole che riescono a descrivere in maniera straordinaria un concetto davvero più ampio.
In questo romanzo ci ho trovato tanto del mondo che piace a me, artisti, scrittori, fotografia, cinema, oggetti vintage, libri editoria e tanto altro. Sembra proprio un libro scritto per me. Un libro in cui il tema principale è il senso di colpa. Ogni personaggio di questo romanzo combatte i propri sensi di colpa, confidando e andando alla ricerca di quella speranza che gli faccia credere che non tutto è ancora perduto. Un romanzo davvero intenso e immersivo, mentre lo leggevo avevo la sensazione di trovarmi insieme ai personaggi che Paul Auster è riuscito a creare in maniera vivida dalla sua penna.
Avanzando con la lettura mi sono reso conto di quanto questo romanzo sia profondo. Oltre a ruotare intorno al concetto di "senso di colpa" e a tutto quello che comporta, c'è anche una forte critica sociale continua di sottofondo. Di come sia diventata tossica la nostra società. Questa non troppo velata critica alla nostra società malata ci accompagna per tutto il romanzo. Poi, pagina dopo pagina mi sono reso conto di come non ci sia in realtà un solo protagonista assoluto in questa storia, ma ogni personaggio ha la sua rilevanza e i suoi sensi di colpa che lo logorano.
Il finale del romanzo è molto aperto, lascia al lettore la possibilità di scegliere in che modo vuole vedere la fine della storia. Almeno io l'ho inteso così: piuttosto che lasciarsi consumare dai sensi di colpa che attanagliano le nostre vite è meglio incentrare le nostre vite sul qui e adesso. Godersi ogni momento possibile poiché basta veramente poco per far cadere tutto quanto come un castello di carte al vento.
Una lettura che sento di consigliare vivamente a tutti quelli che non riescono ad affrontare la vita per paura di sbagliare e commettere sempre gli stessi errori. Il romanzo mi è piaciuto molto, è stata una lettura davvero intensa e sono contento di averla fatta. Un libro che è capitato tra le mie mani per caso, ma forse è stato lui a scegliermi.
Paul Auster - Trilogia di New York
Pubblicati tra il 1985 e il 1987, i tre romanzi che compongono questa "Trilogia" sono raffinate detective stories in cui le strade di New York fanno da cornice e palcoscenico a una profonda inquietudine esistenziale. "Città di vetro" è la storia di uno scrittore di gialli che "accetta" l'errore del caso e fingendosi un'altra persona cerca di risolvere un mistero. "Fantasmi" narra la vicenda di un detective privato che viene assoldato per tenere sotto controllo una persona, ma a poco a poco i due ruoli si scambiano e colui che doveva spiare diventa colui che viene spiato. "La stanza chiusa" racconta di uno scrittore che abbandona la vita pubblica e cerca di distruggere le copie della sua ultima opera.
Avevo bisogno di qualche giorno per metabolizzare questo libro di Paul Auster. Una trilogia molto particolare e di non facile lettura, o meglio, di non facile interpretazione. Questo è il primo libro di Paul Auster che leggo, per cui è ancora troppo presto per me esprimere un giudizio per questo compianto scrittore. Ma il mio istinto mi dice che lo adorerò e che di suo mi metterei a cercare anche la lista della spesa.
Ho trovato questo libro labirintico, una New York tentacolare che sembra quasi essere una dei protagonisti di questi tre brevi romanzi di cui è composta la trilogia. Una New York viscerale, delle volte disturbante. I protagonisti di queste tre storie gialle, che poi scopriremo essere tutti legati alla fine dell'ultimo romanzo, mi hanno dato l'impressioni di essere tutti degli alter ego dell'autore. Tante facce diverse di Paul Auster che diventa anche personaggio vero, nel primo romanzo. Il protagonista lo va a trovare a casa sua, c'è uno scambio di identità, ma non mi piace scendere troppo nei dettagli e rovinare la sorpresa nella lettura. In ogni storia c'è un caso da risolvere con uno stile di scrittura davvero unico, mai visto descrivere tanto bene una sorta di psicosi in uno dei personaggi.
Per quanto siano romanzi gialli, sono molto atipici per questo genere. In queste storie è molto presente la metanarrativa e devi essere davvero molto bravo per riuscire ad integrarla in questo genere di libri. Paul Auster con questa trilogia di New York mi ha decisamente conquistato. La lettura mi ha rapito e buttato a capofitto in questa New York labirintica insieme a dei personaggi sfaccettati. Li ho seguiti per queste strade tentacolari della città, non riuscivo a staccarmi dalle pagine e devo dire che ogni storia mi ha preso sempre di più. Davvero una più bella dell'altra.
Per iniziare a conoscere Paul Auster credo che questa trilogia di New York sia proprio il libro giusto. Sono davvero contento di aver cominciato a leggere questo scrittore proprio da questi brevi romanzi.
giovedì 8 agosto 2024
Destinazione cervello - Isaac Asimov
Devo essere onesto. Ho faticato molto a finirlo, mi era capitato solo con un altro libro di Asimov di cui ora mi sfugge il nome. Però questo Destinazione cervello è davvero molto prolisso in spiegazioni biologiche e cellulari. Spesso avevo la sensazione di leggere un trattato sulla biologia cellulare piuttosto che un romanzo di fantascienza. Riconosco una cura maniacale e rigorosa nella costruzione scientifica del romanzo, ma se fosse stata meno, per far spazio più all'azione, l'avrei sicuramente preferito. Con questo non voglio dire che lo boccio totalmente questo romanzo, anzi, bellissimo anche il messaggio che vuole lasciare, ovvero che la scienza non dovrebbe avere confini politici e che tutti gli scienziati del mondo dovrebbero cooperare affinché la razza umana possa superare, unita, qualsiasi difficoltà. Vale sicuramente la pena leggerlo.
Il sole nudo - Asimov
Ormai è passato molto tempo da quando ho finito di leggere questo romanzo di Asimov. Questa mia rilettura del secondo libro sul ciclo dei Robot è stata molto gradita e l'ho fatta con gran piacere. In questo periodo mi piace molto leggere di fantascienza, generalmente come arriva l'estate mi piace tantissimo leggere gialli. In qualche modo non ho abbandonato questo mio piccolo piacere leggendo gialli, ma di fantascienza. Leggendo Il sole nudo di Asimov, scritto nel 1956, ho trovato incredibile come questo nuovo mondo che ha immaginato, abbia in qualche modo anticipato di oltre mezzo secolo alcune dinamiche che i social di oggi stanno in qualche modo venendo fuori. Come il fatto di vedersi sempre meno ma sentirsi sempre più spesso attraverso queste applicazioni. Isolarsi sempre di più nella propria bolla. Leggendo questo romanzo questa è la sensazione che ho sentito. Ritroviamo di nuovo il protagonista, Elijah Baley, questa volta catapultato su un altro pianeta, nel mondo degli spaziali per risolvere un caso di omicidio. Ad attenderlo il robot umanoide Daneel R. Olivaw pronto ad aiutare il suo vecchio collega.
Una lettura che mi ha piacevolmente appagato, sono passati davvero tanti anni dalla prima volta che lessi questo romanzo, meglio non contarli. Un romanzo davvero scorrevole che tiene incollato alle pagine, perfetto da leggere sotto l'ombrellone in queste calde giornate estive.
Zaino Cabin Bag Einaudi 2024
In questo periodo, fino al primo Settembre, con l'acquisto di tre libri Einaudi è possibile ricevere in regalo questo bellissimo zaino cabin bag. Mi sono deciso a prenderlo visto che comunque avrei acquistato prima o poi questi libri e tanto valeva approfittare di questa promozione. Lo zaino è molto spazioso e ha anche una tasca per il portatile. Ho girato diverse librerie perché ci tenevo a prenderlo color giallo senape. C'è anche in colorazione nera ma e devo dire che già da ora iniziano a scarseggiare. Sono riuscito a trovare l'ultimo alla terza libreria che ho visitato. I libri Einaudi che ho scelto e ai quali giravo intorno da un po' di tempo sono: la Trilogia della frontiera di Cormac McCarthy, La trilogia di New York e Sunset Park di Paul Auster, autore scomparso da poco di cui ancora non avevo letto niente. Infatti ho iniziato a leggere proprio il primo libro della trilogia di New York, Città di vetro e me lo sto divorando. Fin da subito, col suo stile, mi sta tenendo incollato alle pagine. Ho come la sensazione che comprerò molti altri dei suoi libri. Questo genere di stile mi piace molto. Ora non vedo l'ora di finire questa lettura per poter cominciare quella successiva.
Asimov Story - La storia e le storie "introvabili" di Isaac Asimov
Asimov Story - La storia e le storie "introvabili" di Isaac Asimov Oggi sono capitato ad un mercatino dell'usato , mi piace ...

-
Ero nella mia stanza d’albergo, stavo aspettando. Mi ero appisolato un momento sul letto della camera quando mi svegliai di soprassalto. ...
-
In questi giorni di vacanza sto leggendo un libro dietro l'altro. Dopo i primi due romanzi di Maigret ho comprato, nell'unica librer...