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Storia di una macchina da scrivere


 

Qualche giorno fa, sono capitato dopo un lavoro, dalle parti di un bel negozio che vende tantissimi articoli vintage. Il pianeta del collezionista, qui ci si immerge tra tanti vecchi giocattoli, dischi, oggetti da collezione e tanti ricordi di un lontano passato. 

 Ho appena cambiato il nastro della macchina da scrivere con uno che avevo preso poco tempo fa per un'altra macchina da scrivere, quello originale di questa macchina era veramente asciutto e aveva bisogno di essere cambiato.

Comunque, appena sono entrato in questo bellissimo negozio dove in ogni angolo è possibile fare qualche bella scoperta e rievocare ricordi di un bellissimo passato, i miei occhi sono stati attratti da questa bellezza. Si trovava ai piedi di un nano di Biancaneve, non ricordo quale però, mi piace pensare a Brontolo, ma comunque è stato quel colore oro e nero ad attirare molto la mia attenzione. Poi vedo il modello, una Underwood 315, in uno stato pari al nuovo, senza nemmeno un graffio, sembrava non essere mai stata usata. I caratteri sui martelli erano ancora lucidi per quanto erano puliti, non c'era sopra nemmeno un granello di polvere. È stato un colpo di fulmine. In questo stato, una macchina da scrivere, ha un bel valore, ho così preso il cellulare e fatto qualche ricerca, i prezzi tendevano ad essere molto alti per questo tipo di colorazione e ho cominciato a perdere le speranze per lasciare questo splendore dove l'avevo trovata. Poi giusto per curiosità ho chiesto il prezzo e con mia grande sorpresa, era a circa la metà del prezzo a cui la vendevano online.  Vedendo poi che ero molto interessato, la ragazza del negozio mi ha fatto anche un piccolo sconto e a quel punto come potevo resistere? L’ho presa e sono davvero felice di averlo fatto, sono sempre stato attratto da questa marca americana, diventata poi italiana tra gli anni 50 e 60 quando l’acquistò la nostra gloriosa Olivetti che mantenne il nome americano per questi suoi modelli. Ma lezioni di storia a parte, ero attratto dall'Underwood perché grandi scrittori che mi piacciono da morire le usavano: Hemingway, Faulkner, Francis Scott Fitzgerald, Robert E. Howard e tanti altri. In qualche modo a me piace andare alla ricerca delle stesse emozioni che provavano questi grandi scrittori quando scrivevano i loro capolavori. In questo modo è come se mi sentissi collegato a loro. Mi sento così parte di un qualcosa di più grande e la bellezza di scrivere con oggetti del genere è senza tempo.

Questa macchina da scrivere deve essere stata usata pochissimo, un regalo tenuto chiuso da qualche parte e mai veramente apprezzato. Mi chiedo a chi apparteneva ma è comunque bello che abbia fatto tutta questa strada dagli anni settanta per arrivare fino a me. È giunta nelle mani di qualcuno che dopo cinquant'anni la sappia apprezzare davvero. Quasi che anche lei abbia avuto finalmente il suo lieto fine.  Dietro c'è ancora attaccata una vecchia etichetta scritta a mano con il suo prezzo, 220.000 Lire IVA inclusa. Credo che non la toglierò, si tratta di un vecchio ricordo che voglio conservare, faceva parte della storia di questa macchina da scrivere ed è giusto conservarlo. Fatto sta che ora è il momento di iniziare una nuova storia per questa macchina da scrivere, a cominciare dalla prima bozza di questo articolo per il mio blog.


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