venerdì 29 agosto 2025

Antares Domus, 1960

Questa macchina da scrivere ha con sé una storia assurda da raccontare. Qualche giorno prima di comprarla, avevo visto sul sito del Mercatino dell’usato, grande catena di negozi dell’usato in tutta Italia, se avessero messo qualche macchina da scrivere interessante in qualche punto a Roma facilmente raggiungibile. Trovai questo modello ad un prezzo ribassato (il mercatino dell’usato, dopo mesi di invenduti, per favorire la circolarità dei prodotti, ribassa i prezzi del 50%) più che ragionevole. In un momento di tempo libero la vado a vedere di persona al negozio, ci metto un po’ a trovarla ma alla fine mi cade l’occhio sulla macchina da scrivere che cercavo. Mi metto un po’ a smanettarci e mi accorgo che è totalmente bloccata, non si riuscivano a premere nemmeno i tasti. Anche lo sblocco del carrello era inutile. Non si smuoveva. A malincuore decido di lasciarla lì, non valeva la pena prenderla in queste condizioni anche ad un buon prezzo. 

Poi giusto per curiosità e visto che mi trovavo nei paraggi, sono andato ad un altro negozio dell’usato che non fa parte della catena dei Mercatini dell’usato, ma fa parte di una catena più piccola che si chiama Mercatopoli. Tra l’altro, piccola parentesi, fu proprio in quel negozio dove presi la mia prima macchina da scrivere tanti anni fa, la mia bellissima Royal Litton 203. 

Appena entro nel negozio, sotto il bancone dell’entrata mi cade l’occhio su una cartella che era la stessa che conteneva la macchina da scrivere che avevo visto all’altro negozio. La vado ad aprire e con mio grande stupore vedo che dentro c’è la stessa macchina da scrivere che cercavo, dello stesso colore, identica. Stentavo a crederci. Poi ho chiesto il prezzo e intanto mi ero messo a controllare se questa invece funzionasse. Funzionava benissimo. Poi il tizio del negozio mi dice il prezzo, troppo alto, decisamente troppo alto. Poi non so per quale motivo, forse mi ha visto parecchio interessato, o qualche allineamento dei pianeti, o qualche mano divina che mi doveva fare prendere per forza questa macchina da scrivere perché ne ero predestinato, ma il tizio mi dice che se la volevo me l’avrebbe messa a metà prezzo, meno di quella rotta all’altro negozio. Come potevo lasciarla lì? Così l’ho adottata senza starci troppo a pensare e me la sono portata a casa. Aveva giusto bisogno di una pulita, una lubrificata e del cambio dei nastri d’inchiostro. Sono stato davvero felice e stupito da questo strano concatenamento di eventi e di queste coincidenze della vita che proprio non riesco a spiegare. Ogni macchina da scrivere che ho preso ha la sua storia, ma questa ha davvero avuto una storia davvero assurda. 


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